Pubblicarrello.com intervista Angelo Barzaghi. Serigrafo e professionista dal 1987, artista ma anche scienziato alchimista del settore, fondatore dell’Accademia Serigrafica, oggi Angelo Barzaghi racconta la sua passione ai lettori di Pubblicarrello.com in una breve intervista. Un’iniziativa, quella nostra, nata per dare voce agli esperti del settore e per condividerne le idee.
Come nasce la tua passione per la serigrafia?
La mia passione per la serigrafia nasce per un “incidente di percorso”. In realtà vivevo in ambienti “culturali” e lavoravo in settori assolutamente lontani da questo mondo; avevo però una passione, grazie alla quale ho potuto affacciarmi al mondo della serigrafia in un modo molto particolare: la fotografia. Grazie alla fotografia sono entrato, me ne sono reso conto più tardi, nel mondo della serigrafia da un ingresso privilegiato. In tempi non sospetti e quasi senza rendermene conto, sono partito dalla gestione dell’immagine, dalle sue caratteristiche e traducendo in modo serigrafico tutte le competenze che mi ero costruito in intere notti spese in camera oscura a sperimentare sul bianco e nero, colore e ogni forma artistica e tecnica che avevo a disposizione di riproduzione del colore. Da lì alla stampa il passo è stato breve, una conseguenza inevitabile, l’inizio di un nuovo percorso di ricerca e di grandi soddisfazioni e scoperte.
Ti senti più un artista o uno scienziato della serigrafia?
Mi considero un attore della serigrafia, una persona in grado di interpretare quello che sente e che fa.
Ho lavorato per più di 25 anni nella produzione, gestendo persone e attrezzature per far fronte a richieste sia in termini di qualità che di quantità in periodi dove sembrava non bastasse mai quello che facevi. Ho vissuto la crescita esponenziale sia dal punto di vista tecnologico e tecnico e di strumenti. Amo la ricerca, scoprire e conoscere nuovi materiali e nuove tecniche e oggi ho il privilegio di poter condividere le mie conoscenze e le mie esperienze a chi le vuole ricevere. Forse potrei definirmi un artista con la cassetta degli attrezzi di uno scienziato.
Qual è il punto forte della tua arte serigrafica?
La cooperazione e la ricerca, oltre che l’inventiva. Non mi piace copiare in modo anonimo: mi piace interpretare e andare a fondo di ogni dettaglio, tecnico e artistico.
Parlo di quello che faccio e lo faccio in modo consapevole, senza voler condizionare chi mi ascolta. Forse il punto forte potrei individuarlo nella mia grande passione nel condividere quello che so.
Da tempo ormai si parla di serigrafia ecologica, sembra che ci sia in atto una vera e propria rivoluzione green: pensi sia possibile realizzare un laboratorio serigrafico completamente eco sostenibile?
La serigrafia ecologica sta per arrivare, quella vera almeno.
Quando sento parlare di ecologia un settore ancora dominato dalla chimica un po’ mi viene da ridere, anche se lo sforzo delle aziende produttrici è rivolto verso sistemi che possano risolvere questa questione. Per fortuna c’è una grande sensibilità sempre più crescente verso l’ambiente e la sicurezza dei prodotti e delle procedure di utilizzo e questo potrebbe essere individuato come un grande passo in avanti verso soluzioni “green”. Telai che non si lavano, processi che non generano rifiuti: sono operazioni di marketing di basso valore. Ho il privilegio di essere in contatto con aziende leader nel mercato dei prodotti per la serigrafia e so in quale direzione sta andando il mercato degli inchiostri e dei prodotti per la lavorazione delle matrici etc. ed è una direzione davvero verso l’ecologia consapevole. Il risultato vedremo credo molto presto. Oggi uno sforzo grande in questa direzione lo dovremmo fare anche noi utilizzatori scegliendo prodotti e aziende con una consapevolezza e competenza diverse.
Da cosa è rappresentato per te il porno (inteso come serigrafia estrema) della serigrafia?
Domanda un pochino… strana: mi verrebbe da dire stampare nudi. La serigrafia estrema, mettiamola così, potrebbe essere individuata nell’utilizzo di tecniche e materiali in modo non convenzionale. Per molti potrebbe essere la stampa a spessore o con utilizzo di inchiostri speciali come i fotocromatici, i catarifrangenti etc. Personalmente ritengo estrema una serigrafia che riesca a coniugare organizzazione, tecnica, qualità, tempi di esecuzione e gestione dei costi. Oggi il mondo della serigrafia in particolare così come quello digitale in Italia ha perso un po’ i contatti con questi parametri, soprattutto nelle realtà piccole o entry level. In altre parole la serigrafia estrema è quella che dovrebbe essere una gestione vera e realistica della propria attività.
Serigrafia e vendite online: possiamo già preparare il funerale al laboratorio tradizionale?
Assolutamente no! Questo almeno il mio punto di vista. E’ però necessario riorganizzare la mentalità rispetto al mercato. L’ e-commerce è in linea teorica alla portata di tutti, così come invece non lo è il mercato classico: occorre avere ben chiara la distinzione dei mercati B2B e B2C: a diversi livelli possono ancora interessare sia il mercato classico che quello online. Certo non esiste più il mercato di 20-25 anni fa e il cambio di mentalità oggi fa davvero la differenza sui risultati. Sarebbe un discorso molto lungo, ma in sostanza questa è la mia opinione.
Secondo te quali sono i problemi principali di questo settore?
La mancanza di competenza e il continuo guardare alla concorrenza senza una reale voglia di cambiare e crescere. La concorrenza viene ancora vista come qualcosa di fisico, di individuabile, di terribilmente negativo e penalizzante. La concorrenza se uno si organizza può essere attenuata ed usata come una leva per fare business in modo profittevole e di valore. Siamo sempre lì: tutta una questione di mentalità, ma si sa: noi italiani anche se no vogliamo ammetterlo, siamo i campioni del mondo in provincialità e in autolesionismo, siamo indiscutibilmente i migliori per capacità, inventiva, tecnica, tecnologia, stile, ma siamo altrettanto bravi a non valorizzare quello che siamo; un vero peccato!
Secondo te il nostro paese in questo settore in che posizione si trova rispetto al resto del mondo?
Non possiamo generalizzare ovviamente, ma credo per una percentuale abbastanza alta ancora ai blocchi di partenza. Abbiamo perso il coraggio di intraprendere e chi lo fa oggi in gran parte lo fa per mancanza di alternative. Dovremmo imparare a diventare tutti imprenditori di noi stessi e smetterla di arrogare diritti a cose che non ci spettano se non impariamo a guadagnarcele: diventeremo un Paese migliore solo quando prenderemo consapevolezza di questo.
Grazie mille Angelo!