Fair Wear Garments e Fairtrade, obiettivo comune e strategie diverse

Fair Wear Garments e Fairtrade: da dove vengono i vostri prodotti? Quale tipo di certificazione hanno ottenuto? E’ vero, i consumatori chiedono sempre più trasparenza ed equità nelle filiere da cui provengono i prodotti che acquistano ogni giorno. Le persone si chiedono se le organizzazioni nate per monitorare le attività di produzione, come la Fairtrade e Fair Wear Garments, siano essenzialmente le stessa cosa.

È certamente vero che queste due importanti associazioni internazionali mirano a raggiungere lo stesso obiettivo, ovvero garantire che le persone che producono i beni che usiamo ogni giorno siano soggette ad un trattamento di lavoro equo e garantito dalla legge. Vi sono, tuttavia, differenze negli approcci utilizzati e nelle diverse parti della catena di approvvigionamento che ne beneficiano.

Fairtrade Foundation

Infografica da Fairtrade.it

Per prima cosa: il Fairtrade è il marchio internazionale di certificazione del commercio equo e solidale. Lo avrete visto sugli scaffali del supermercato, al bar, nelle mense scolastiche, nei ristoranti. I piccoli produttori infatti sono il cuore del sistema Fairtrade che ha l’obiettivo di garantire che i piccoli produttori nel campo dell’agricoltura o tutte quelle aziende a conduzione familiare che coltivano terreni intorno ai 2 ettari, siano tutelati da un accordo accettabile per i loro prodotti quando vendono a grandi aziende. Scegliere il marchio di certificazione etica FAIRTRADE per i prodotti significa scegliere di avere un impatto positivo sulle vite di milioni di piccoli agricoltori e lavoratori nei Paesi in via di sviluppo, di approvvigionarti da filiere sostenibili e dimostrare ai tuoi clienti le tue scelte di responsabilità.


Fair Wear Foundation

La Fair Wear Foundation invece opera cercando di creare condizioni di lavoro migliori e più eque per i lavoratori manifatturieri nel settore dell’abbigliamento, presta particolare attenzione alla responsabilità del marchio nella parte centrale e superiore della catena di fornitura, cercando di garantire che i marchi si assumano la responsabilità dell’ambiente in cui si trovano i loro prodotti. Lavora con aziende tessili, marchi di moda, e grandi influencer per migliorare le condizioni di lavoro nei paesi meno sviluppati in cui vengono realizzati i nostri vestiti.

Foto da Fair Wear Foundation


E’ importante sottolineare che la Fondazione Fairtrade non monitora le modalità di gestione delle aziende agricole e il modo in cui il personale viene retribuito, ma semplicemente lavora per garantire un prezzo equo e dettato dal mercato di riferimento per la merce prodotta. Dal canto suo la Fair Wear Foundation si aspetta che i brand con cui collabora controllino regolarmente le fabbriche utilizzate per produrre capi e intraprendano azioni per correggere e risolvere eventuali problemi riscontrati nel luogo della produzione. Le cattive condizioni di lavoro nelle fabbriche di abbigliamento sono state una delle principali preoccupazioni per i consumatori negli ultimi anni, in particolare dal disastro di Rana Plaza del 2013 in Bangladesh, che ha visto crollare un edificio di otto piani, causando la morte di 1129 lavoratori e lasciando moltissimi feriti.

Dopo le dovute precisazioni è chiaro che garantire una catena di approvvigionamento completamente etica per qualsiasi capo d’abbigliamento è estremamente difficile per entrambe le fondazioni. Alcuni dei brand nel mercato del tessile che sembrano lavorare più duramente per garantire che i loro capi siano prodotti nel modo più etico possibile sono: la Continental Clothing, Stanley / Stella, SOL’s e B&C. Questi sono tutti disponibili sul nostro sito Pubblicarrello.com.


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